La mostra è un connubio tra arti e mestieri di un popolo che rischia di scomparire
Carla Brusa, architetto e design, è la curatrice della mostra Maurizio Capra–Molasart sull’arte e la cultura del popolo Guna, un’etnia che vive tra Panama e Colombia. La sua impresa, è nata da un viaggio e dal risiedere per molti anni in questo territorio a contatto con gli indios locali. Il suo non è stato un semplice spostamento di piacere ma un viaggio dell’anima fatto con il marito Maurizio Capra, immaturamente scomparso, di cui vedremo in mostra le immagini pittoriche e fotografiche oltre che i tradizionali prodotti dell’artigianato dei Guna. La mostra è un modo per onorare i ricordi più suggestivi di amore e di nuove scoperte. Per questo il suo scopo è quello di far rivivere attraverso le immagini e i prodotti artigianali, la storia di questo popolo che rischia di scomparire, travolto dalle logiche del nostro consumismo. Proprio Carla Brusa spiega il suo affascinante e impegnativo lavoro a ultimaparola.net.
Che cos’è Molasart?
E’ un impresa che abbiamo realizzato a Milano nel 2004. Molasart è un laboratorio creativo di design e pittura che nasce dall’interesse per le arti e i mestieri colombiani. Ho vissuto in Colombia, per molti anni e sia io che mio marito abbiamo coltivato un mondo di idee su questi prodotti artigianali chiamati Mola. Siamo rimasti affascinati dai colori e dalle forme grafiche di questa lavorazione locale tanto da volerlo far conoscere in Europa.
Chi sono i Guna?
Sono gli ultimi discendenti delle popolazioni che in epoca precolombiana occuparono le coste del Sud America e parte della regione caraibica. Si ritirarono in seguito sulle isole San Blas, note anche come l’arcipelago de las Mulatas, isolette di origine madreporica (formazione costituita dall’accumulo di organismi in cui prevalgono elementi calcarei, n.d.r)), coperte di palme e spiagge bianchissime. I Guna cercano di mantenere viva la loro identità e le loro tradizioni perché convinti che quella è l’unica strada per la felicità. Per questo hanno anche combattuto in epoche recenti, nel 1925, contro il governo di Panama che ha dovuto accettare alcune loro richieste. Pur rimanendo sotto lo stato Panamense, riescono a esserne indipendenti. Vivono di pesca e agricoltura e realizzano i loro prodotti artigianali come le Molas che oggi vendono ai turisti.
Cosa sono le Molas?
Sono tessuti di cotone, in genere rettangoli di misura 30 cm per 40 che le donne indossano quotidianamente come pettorine. I temi grafici che realizzano sono riferiti alla natura, alla cosmogonia, agli animali. Talvolta il significato grafico è molto complesso, come nel caso del labirinto, un motivo per loro molto ricorrente. La tecnica che utilizzano è quella di sovrapporre i rettangoli ricamati e cuciti in più strati di diversi colori da due fino a dieci, e di ritagliarli a seconda del disegno che desiderano attuare.
Le Molas sono diventate un prodotto commerciale?
Sì, è diventato un prodotto commerciale, devo dire che anche i motivi grafici sono oggi meno complessi. Le rappresentazioni simboliche più semplici. E’ diventato un prodotto più fruibile per i turisti. Per questo è necessario proteggere il lavoro delle donne Guna, che viene riprodotto in copie anche in altri luoghi.
Che cosa ti hanno insegnato questi popoli e perché dovremmo conoscerli?
Gli indios non sono contagiati dal consumismo, vivono di pesca e agricoltura, sono popoli semplici e molto orgogliosi. Cercano di tutelare la loro identità e le loro tradizioni soprattutto attraverso il loro artigianato che è anche un linguaggio tramandato da padre in figlio.
Di che cosa avrebbe bisogno la tua impresa per essere rilanciata al meglio?
Sono due cose che vorrei sostenere: anni fa ho organizzato una mostra a Panama, proponendo ad artisti nazionali e internazionali, di realizzare delle opere d’arte ispirandosi ai motivi grafici e ai colori delle Molas. Siamo stati sostenuti da varie ambasciate, quella Francese e Italiana e dall’Istituto per la Cultura di Panama. Vorrei esportare quest’idea in altri paesi, dove si conosce in parte quest’arte. L’esempio più lampante è quello di un’artista argentina, Mira Valencia, che ha realizzato ed esposto a Panama le sue mappe geografiche ispirandosi alle molas. La mostra si intitolava Mola Maps, realizzata nel lontano 2013. Ovviamente questo progetto ha bisogno di sponsor per poter essere conosciuto. E mi piacerebbe realizzare il format anche in Italia, che è il mio paese oltre che all’estero.
Cosa vedremo in mostra?
In mostra vedremo dei ritratti delle donne Guna, realizzati da mio marito, che è stato un art director anche per le maggiori agenzie pubblicitarie a Milano e Bogotà, appassionato di pittura e fotografia. Inoltre, vedrete una serie di Molas montate in pannelli di tela su una cornice di 60 per 60 cm che possono essere vendute in mostra a un prezzo speciale per il pubblico. Quest’idea mi è venuta individuando nelle Molas un prodotto grafico e di design e occupandomi di interni come architetto ne ho tratto una lezione da applicare soprattutto negli ambienti domestici. All’inaugurazione, Paola Capelli, esperta mano nella cucina del lussuoso BeQui di San Felice Del Benaco (Brescia), renderà omaggio all’artigianato delle Molas con una composizione Mola golosa e colorata.
Luogo : Al Salottino, dal 17 settembre al 2 ottobre 2022, Via Fantoni 36, Salò (BS)
Inaugurazione: sabato 17 settembre ore 18.00
Catering a cura di Paola Capelli (BeQui) e vini delle cantine Vitevis
Info: archcbrusa@gmail.com
+ 39 339 3384326132