Il Napoli rimane in testa, ma dietro, oltre all’Inter, Atalanta, Fiorentina e Lazio fanno sul serio. Juventus e Milan rimangono dietro. Bagarre anche in coda
Il match di cartello era Milan-Juventus. Poche cose da dire. Che sia stata una partita noiosa non c’è dubbio. Nessuna delle due squadre ha subito gol. Pareggio scontato. Niente emozioni, nessun sussulto. Gara perfetta? Neanche per sogno. Bruttissima. Nessuna voleva perdere, ma neanche vincere. La difesa di Paulo Fonseca non ha subito gol. Neanche quella di Thiago Motta. Milan senza Christian Pulisic, Juventus priva di Dušan Vlahović. Davanti c’è stato il nulla, sicuramente non solo perché mancavano i due attaccanti. La cultura del risultato, la pressione ambientale hanno prevalso sul gioco, che ha latitato per tutti i novanta minuti. Ora i rossoneri sono a -10, i bianconeri a -4. L’Atalanta ha rivoltato come un calzino il Parma con il capocannoniere Mateo Retegui, Ederson e Ademola Lookman. La rete del ducale Matteo Cancellieri è stata solo una mera illusione. Quindi c’è anche la Dea per lo scudetto. La prova di forza contro i ragazzi di Fabio Pecchia è stata clamorosa. La notizia positiva è che Gian Piero Gasperini ha ritrovato Giorgio Scalvini dopo 174 giorni dalla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro, avvenuta il 2 giugno.
La 13ª giornata si era aperta con Verona-Inter. Dopo 45′ i campioni d’Italia erano già sul 5-0 (non accadeva da 60 anni). Senza Hakan Çalhanoğlu e Lautaro Martínez, Joaquin Correa è tornato al gol, praticamente un miracolo. Dal 29 ottobre 2022 l’argentino non gonfiava la rete. Se sarà un giocatore recuperato lo vedremo. Da notare che non è inserito nella lista Champions. Gli uomini di Simone Inzaghi non mollano niente, anche se lasciano sempre un po’ di rammarico i punti persi con Juventus e Napoli. La giornata di domenica ha regalato Napoli-Roma, con il ritorno di Claudio Ranieri sulla panchina giallorossa. E’ finita con la vittoria di partenopei grazie al solito Romelu Lukaku, graziato dall’arbitro per non averlo ammonito in un paio di circostanze per falli più che evidenti. Sorge un dubbio. Come mai Antonio Conte non ha proferito verbo contro il Var, dopo averlo incriminato nel match contro l’Inter per un rigore (tra l’altro sbagliato da Çalhanoğlu)? La cultura manichea ha sempre le sue vittime, ma la strategia del tecnico salentino non sempre troverà terreno fertile. Lo speriamo per non cadere nella tragicomica e stucchevole parodia del retropensiero.
Continua spedita la marcia della Fiorentina. Dopo i primi tre pareggi, una sconfitta e Raffaele Palladino sulla graticola, la Viola ha inanellato una serie di sette vittorie consecutive e ritrovato Moise Kean, già autore di 9 reti. Una sorta di miracolo, se pensiamo a dove era in classifica a metà settembre. La vittima di turno è stato il Como che nulla ha potuto contro lo strapotere degli ospiti. Altro importante successo quello della Lazio che ha strapazzato il Bologna, che ha dovuto fare i conti con Tommaso Pobega che al 35′ del primo tempo si è fatto buttare fuori per un brutto fallo; era stato già ammonito, quindi felsinei in dieci. Nella ripresa la grandinata portava la firma di Samuel Gigot, Mattia Zaccagni e Fisayo Dele-Bashiru. In verità, fino al momento dell’espulsione, il Bologna stava tenendo molto bene il campo. Vincenzo Italiano deve solo rammaricarsi della sciocchezza del suo giocatore. Nella zona di bassa classifica vince solo il Lecce, appena preso da Marco Giampaolo che ha espugnato il Penzo grazie al gol di Patrick Dorgu a venti minuti dal termine. Pareggi tra Genoa e Cagliari, Torino (che non riesce più a vincere) e Monza e, infine, tra Empoli e Udinese.