I bergamaschi espugnano il Maradona con una prestazione straordinaria, che annichilisce Conte e la sua squadra. Vince anche l’Inter che riduce lo svantaggio a -1. Successi anche per Bologna, Empoli, Fiorentina, Juventus, Lazio e Milan. In coda passo avanti del Verona che inguaia Jurić e boccata d’ossigeno per il Genoa
Al Maradona di Napoli mezzogiorno di fuoco. Gian Piero Gasperini con una partita magistrale tiene in scacco Antonio Conte che in conferenza ha ammesso: “Loro più forti”. Non è propriamente così. Il tecnico di Grugliasco ha impartito una severa lezione di tattica al collega salentino, dimostrando di aver preparato meglio la partita. Come l’anno scorso gli orobici sono venuti a Napoli proponendo idee in un calcio che ne è sempre più povero. Ademola Lookman è il simbolo di quest’Atalanta che quest’anno più che mai potrebbe volare a vette più alte. I presupposti ci sono tutti, se è vero che Mateo Retegui, lasciato in panchina e subentrato nel secondo tempo, ha realizzato l’undicesimo sigillo stagionale consolidando, il primato nella classifica cannonieri. Romelu Lukaku è uscito frastornato dalla marcatura di Isak Hien, mentre il centrocampo si è liquefatto dal match quando l’aggressività sui portatori di palla è diventata asfissiante. Questo risultato ha riaperto la corsa alla testa della classifica, anche per le compagini meno accreditate come Fiorentina e Lazio che attualmente, si trovano a soli tre punti dalla capolista Napoli.
Al Giuseppe Meazza di Milano, l’Inter non è andata oltre uno striminzito 1-0 (in rete Lautaro Martínez, dopo otto mesi in casa), rischiando il pareggio se Marin Šverko non avesse toccato con il polso prima di sovrastare Yann Bissek e insaccare. In verità ci sarebbe stata anche una carica clamorosa sul difensore nerazzurro, ma il Var chiama all’irregolarità certificando il tocco di mano. Detto ciò è apparsa sacrosanta la vittoria dei campioni d’Italia, anche se le occasioni sbagliate davanti alla porta di Marcus Thuram e alcune amnesie difensive hanno reso la partita più equilibrata di quel che si è visto. Da sottolineare le prestazioni dei due portieri, autentici protagonisti del match. Da una parte Filip Stanković, figlio del grande Dejan, autore di almeno quattro interventi di grande difficoltà, e dall’altra un super Yann Sommer con un paio di guizzi ha evitato il pareggio degli ospiti. Ora tutta l’Italia aspetta il big match Napoli-Inter di domenica 10 novembre per capire qualcosa di più sulle prime due della classe, non dimenticando le altre inseguitrici, a un tiro di schioppo. Come la Juventus che ha chiuso la pratica con una spenta Udinese già nel primo tempo, grazie a un’autorete sfortunata dell’estremo difensore Maduka Okoje, su tiro di Khéphren Thuram, sontuoso nell’azione di rifinitura, e di Nicolò Savona, diventato, ormai, un’arma in più anche in fase realizzativa.
Vittoria contesta anche quella del Milan, che ha regolato un volenteroso Monza con un gol di Tijjani Reijnders, dopo che ai brianzoli avevano annullato una rete, a nostro modo di vedere, regolare. Anche in questa situazione Var e arbitro hanno combinato un pasticcio che ha punito oltremodo la formazione di Alessandro Nesta, dopo lo “scippo” del turno precedente contro l’Atalanta. Un match che ha visto nel primo tempo i padroni di casa dominare i rossoneri, che hanno trovato la rete della vittoria al 43′. Rafa Leão, Fikajo Tomori e Davide Calabria ancora in panchina. Staremo a vedere se a Madrid Paulo Fonseca insisterà sulla stessa linea o aprirà un pertugio al portoghese, diventato ormai un caso. Grande colpo della Fiorentina che è riuscita a sbancare il Grande Torino, grazie all’ennesimo gol di Moise Kean (arrivato a quota 5 reti in campionato) e a Guillermo Maripán che si è fatto “uccellare” come un tordo. Errore decisivo del difensore cileno, che ha condannato alla sconfitta l’undici di Paolo Vanoli. Detto questo, è giusto sottolineare la prova degli uomini di Raffaele Palladino. Con questo risultato i viola sono riusciti a scavalcare in classifica la Juventus ed appaiarsi all’Atalanta.
Suscita scalpore la quarta sconfitta (su undici partite) della Roma che al Bentegodi non è riuscita a raddrizzare un match che era nelle sue corde. Un’altra occasione sciupata per i giallorossi che stanno vivendo una situazione di crisi tecnica e ambientale. Ivan Jurić sta provando a raddrizzare una barca impazzita, ma gli interpreti non gli stanno dando una mano, anche se alcune sue scelte appaiono cervellotiche. Due volte sotto, i giallorossi sono riusciti a rimontare, ma non hanno mai avuto il guizzo giusto per passare in vantaggio e gestire meglio la partita. Non riuscire ad avvalersi dei servigi di giocatori come Mario Hermoso e Mats Hummels, garanzia di classe ed esperienza, sostituiti al centro della difesa da Evan N’Dicka, che è stato un disastro, soprattutto nel gol decisivo realizzato da Abdou Harroui, ha del misterioso. Un altro passo in avanti del Bologna che, grazie a Riccardo Orsolini, ha superato il Lecce che, nonostante un calcio propositivo, non riesce a concretizzare le poche occasioni che i felsinei gli hanno concesso.
Nei match del lunedì, spiccano i successi di Empoli e Genoa, che è tornata a vincere in campionato dopo quasi due mesi e mezzo. Allo stadio Carlo Castellani i padroni di casa hanno vinto con un gol di Pietro Pellegri che con un diagonale ha superato Pepe Reina. Dopo un primo tempo di marca lariana, la squadra di Roberto D’Aversa è riuscita a trovare le contromisure per realizzare il gol della vittoria. Tre punti che sono oro colato per i toscani, che non solo ridanno fiducia dopo un periodo più negativo che positivo, ma che li riportano ad avere un buon margine dalla zona rossa della classifica. Con questo risultato infatti gli azzurri salgono a quota 14 a +6 dal Monza terzultimo e +5 proprio dal Como. Il Genoa invece ha sbancato l’Ennio Tardini grazie al suo bomber Andrea Pinamonti, arrivato al terzo gol, bravo a seguire l’azione del compagno di reparto Jeff Ekhator e a fiondarsi per primo sul tap-in dopo la respinta di Zion Suzuki. Boccata d’ossigeno per il Grifone e classifica sempre più corta anche nella zona calda della retrocessione. All’Olimpico, la Lazio ha piegato un Cagliari volitivo che è stato punito da un rigore trasformato da Mattia Zaccagni, subentrato da un minuto al posto di Mattéo Guendouzi. Dopo il gol di Boulaye Dia, appena due giri di lancette d’orologio dall’inizio del match, gli isolani sono riusciti a pareggiare i conti con un tiro di Zito Lovumbo deviato da Mario Gila. A neanche un quarto d’ora dalla fine, un fallo di Nadir Zortea su Luca Pellegrini (il giocatore del Cagliari è anticipato di un’unghia dal biancoceleste tanto da farlo cadere) ha procurato un rigore per la squadra di Marco Baroni che si riportava in vantaggio. Un paio di minuti più tardi doppia espulsione ai rossoblù (Yerry Mina e Michel Adopo) e fine delle trasmissioni.