L’EA7 Armani vince contro la Virtus Bologna la quarta gara della finale scudetto e si porta a casa per il terzo anno consecutivo il titolo
Non ce l’ha fatta la Virtus nel miracolo di superare ad Assago l’EA7 Milano, che aveva sbancato Bologna in gara 1. Una sconfitta che alle V-nere di Luca Banchi è costata cara, anche se le altre due partite erano state equilibrate. Il fattore campo, come aveva detto nei giorni scorsi il C.T. della Nazionale Gianmarco Pozzecco, sarebbe stato fondamentale. Bologna aveva il vantaggio di giocare tre gare su cinque in casa, ma non sono bastate. La squadra di Ettore Messina aveva perso una sola partita in casa in questa stagione (con Trento in gara 1 nei quarti di finale), difficilmente avrebbe lasciato per strada una seconda chance agli avversari e così è stato.
E’ terminata 85-73 per le scarpette rosse con un Nikola Mirotić stratosferico (18 punti nei primi venti minuti), con 30 punti e 12 rimbalzi, 16 su 18 ai liberi e ben 12 falli subiti. Una sciagura per gli avversari che proprio sul più bello sono stati traditi da Tornik’e Shengelia, monumentale nelle gare 2 e 3. Il georgiano era l’unico che poteva arginare il montenegrino naturalizzato spagnolo che, invece, ha stupito anche difensivamente. Nonostante la bella prova di Isaia Cordinier (21 punti), a tratti, di Gabriel Lundberg (12) e Achille Polonara che con qualche tiro da tre hanno provato a dare più di una scossa ai propri compagni.
Dalla parte dei milanesi Nicolò Melli ha giocato i primi tre quarti con la stessa intensità sia in attacco, sia in difesa, chiudendo con 12 punti e togliendo continuamente ossigeno ai rifornimenti in post-basso dei lunghi bolognesi. Con Shavon Shield (solo 10 punti per l’eroe di gara 1) a corto di miccia, era tutta la squadra ad alzare l’intensità nella circolazione della palla e a velocizzare i movimenti per sorprendere sempre di più i virtussini. Il momento decisivo del match è stato il terzo quarto, quando la Segafredo non è riuscita a trovare ritmo offensivo, non potendo reggere la verve dell’attacco dei milanesi indemoniato, guidato da un Mirotić superlativo che portava i suoi a +21. L’ultimo ad arrendersi a questo strapotere è stato Bryant Dunston con energia e qualche punto nei momenti più neri di Bologna.
Il quarto tempo, a parte qualche passaggio a vuoto, è stata una cavalcata che ha portato all’Olimpia il suo 31° titolo, il terzo consecutivo. Per Messina è il settimo tricolore della sua carriera.