L’Inter pareggia a Parma, il Napoli si salva a Bologna e l’Atalanta inciampa ancora in casa. Pareggia anche la Juventus a Roma, così come la Fiorentina contro il Milan. In fondo alla classifica nessuno vince e tutto rimane come come prima, a parte il Monza che è con un piede in Serie B. A sette giornate dalla fine nulla è ancora deciso
L’Inter perde i pezzi a Parma, regala due punti fondamentali al Napoli che a Bologna non ne approfitta, chiudendo sull’1-1 in un match che ha visto i felsinei autentici dominatori della contesa. Tornando al Tardini, dopo il 2-0, firmato da Matteo Darmian e Marcus Thuram, i nerazzurri si sono consegnati ai ducali, rischiando anche la sconfitta al 90′. I miracoli di Yann Sommer non sono bastati a portare a casa la vittoria, com’è successo, invece, settimana scorsa con l’Udinese. Qualche responsabilità questa volta la attribuiamo anche a Simone Inzaghi i cui cambi non hanno dato l’apporto dovuto. A giustificazione del tecnico piacentino sono il tasso tecnico e di personalità delle riserve che non sono all’altezza dei titolari e con gli emiliani si è notato per l’ennesima volta. Mettiamoci poi l’involuzione di Davide Frattesi, che in questo campionato non è quasi mai stato un fattore. Kristjan Asllani, nel ruolo di play, ha fallito per l’ennesima volta. Poche buone notizie, insomma, in vista del match di Champions con il Bayer Monaco, anch’esso alle preso con problemi d’infortuni. Al Dall’Ara sfida delle grandi occasioni, dove il Bologna ha cercato fino alla fine di vincere la partita, senza riuscirci. Poco prima del 20′ del primo tempo è stato invece il Napoli a passare in vantaggio con André-Frank Anguissa che ha approfittato di un pasticcio difensivo degli avversari. Da lì in poi solo Bologna che nella pancia della ripresa è riuscita a pareggiare con una perla di Dan Ndoye che di tacco uccellava Simone Scuffet (ottima prova la sua), degno sostituto di Alex Meret. Alla fine, nonostante la pressione selvaggia e martellante degli uomini di Vincenzo Italiano, Antonio Conte con le unghie e con i denti riusciva a pareggiare un match determinante per tenere ancora viva la speranza scudetto.
L’Atalanta è uscita stordita dal match con la Lazio. Il gol di Gustav Isaksen ha certificato per l’ennesima volta il momento negativo degli orobici che non vincono in casa dal 22 dicembre 2024. È la terza battuta d’arresto consecutiva e, per giunta, senza reti all’attivo. Un crollo verticale per la squadra che fino a Natale comandava la classifica, e che oggi rischia di veder sfumare anche il sogno Champions. Lo stesso Gian Piero Gasperini ha rincarato la dose, togliendo scuse alla squadra: “Le mie scelte di fine stagione non devono essere un alibi”. Dal canto loro, i biancocelesti, con la testa in Europa League, sono riusciti a vincere e a guadagnare punti su Juventus e Atalanta e sperare di diritto nella competizione europea più importante.
La Juventus si deve accontentare di un punto all’Olimpico, disputando, probabilmente, una delle più belle gare della stagione. In gol intorno al 40′ con Manuel Locatelli, raggiunto al 4′ della ripresa da Eldor Shomurodov, carta messa a sorpresa da Claudio Ranieri. In mezzo tanta Juventus, una squadra apparsa rigenerata soprattutto nella tenuta mentale e di conseguenza nel gioco. Igor Tudor in poco tempo è riuscito a stabilizzare un gruppo demotivato quasi svuotato dalla gestione precedente. Milan-Fiorentina è stata una partita spettacolare, non c’è ombra di dubbio, ma è l’ennesima gara in cui i rossoneri si sono suicidati nel primo per risorgere nella ripresa. Questa volta però Sérgio Conceição si è dovuto accontentare del pareggio. Dopo l’autogol di Malick Thaw e il raddoppio di Moise Kean (al diciassettesimo centro in campionato), i padroni di casa sono riusciti ad acciuffare la Viola con Tammy Abraham e Luka Jović, improvvisamente destatosi dal letargo. Un pari che alla fine non serve ad alcuno.
Il Verona coglie un gran punto a Torino contro i granata, grazie a una partita accorta e ai regali granata apparsi pasticcioni e poco concentrati. La papera di Vanja Milinković-Savić, arrivata dopo il rigore sbagliato da Ché Adams, e parato dall’estremo difensore scaligero Lorenzo Montipò, faceva presupporre alla classica giornata da dimenticare, raddrizzata solo dal pareggio del solito Eljif Elmas che a suon di gol sta convincendo la dirigenza a confermarlo. L’attaccante macedone ha già realizzato 4 reti in sole 7 presenze, praticamente una sentenza. Non deve passare inosservata l’espulsione a pochi minuti dalla fine di Samuele Ricci (per un entrata killer) per rendere ancora più amaro un match da mettere subito in archivio. Genoa e Udinese non avevano nulla da chiedere a questo campionato, ma il Grifone si è portato a casa una vittoria che dà ulteriore morale e mette in salvo virtualmente la squadra, ormai distante di 12 punti la zona retrocessione. I friulani, invece, non avendo di fronte una compagine di rango non hanno avuto la solita motivazione e si sono accontentati di una prestazione appena sufficiente, nonostante un paio di gol di annullati (giustamente) e qualche occasione sprecata. Empoli e Cagliari si sono divisi la posta non rischiando più di tanto e di fatto muovendo una classifica sempre bisognosa di punti, ma confortante visti i risultati delle dirette concorrenti.
Lecce e Venezia si dividono la posta, ma la sensazione è che sia i salentini, sia i lagunari non sono usciti soddisfatti dallo Stadio Via del mare. Un punto può aiutare i padroni di casa a tenere vive le speranze di salvezza, senza abbandonarle, mentre per gli ospiti questa è stata una chance non sfruttata, poiché erano andati anche in vantaggio. Il Monza con l’ennesima sconfitta tra le mura di casa può dire addio alla Serie A. Manca solo l’aritmetica ormai, ma la sensazione è che non ci sia più nulla da fare. Dopo il vantaggio con i brianzoli con Dany Mota, i lariani sono andati a segno con Jonathan Ikoné, Assane Diao e Mërgim Vojvoda.