Nel locale milanese Frisà Bistrò si scatena il genere musicale che ha dato lustro a cantanti e musicisti come Ellington, Basie, Armstrong, Waller, La Rocca, Hermann. I protagonisti delle serate sono Monteforte, De Leo e Bozza
Il Jazz, come sanno molti è un genere musicale sorto negli USA intorno all’inizio del XX sec., frutto di un lungo processo di sincretismo tra forme musicali occidentali e poetiche africane, che risalivano alla memoria culturale degli schiavi deportati nel continente americano fra il 16° e il 19° sec., è uno degli orgogli del Frisà Bistró di via Alserio in zona Isola a Milano. Lì potete ascoltare ogni domenica dalle ore 12.00 il repertorio Dixieland dei prestigiosi musicisti Giovanni Monteforte, alla chitarra, Giorgio De Leo al piano e Michele Bozza al sassofono.
A tal proposito abbiamo voluto incontrare Giovanni Monteforte, per comprendere in poche parole pillole di conoscenza jazz che per noi come per gli amanti di questa musica, è sempre gioia per le orecchie e il cuore. Gli abbiamo rivolto tre domande.
Cosa significa Dixieland e chi sono i grandi interpreti di questo stile jazzistico?
È lo stile che diede origine al Jazz sul delta del Mississippi a New Orleans. I suoi più noti esponenti furono il trombettista Louis Armstrong, il sassofonista soprano Sidney Bechet e il clarinettista Johnny Dodds
Cosa significa per voi proporre questo stile di jazz nel periodo storico attuale?
Sia Michele Bozza che io ci siamo formati con lo stile Be Bop, per noi quindi il Dixieland è un esperienza nuova. Per me in particolare, che suono la chitarra elettrica invece del banjo e sto cercando di adattarla a questo stile. Giorgio De Leo è invece un pianista di Dixieland a tutto tondo e sta guidando me e Michele in questo repertorio per noi sconosciuto. Per noi, nell’era della musica tecnologica e del Jazz Rock, riproporre questo stile significa rilanciare quei valori di spontaneità e umanità che si stanno perdendo
Cosa ha significato per voi esprimervi con il jazz?
Per noi, esprimerci con il jazz significa la grande possibilità di autogestire la musica nell’ improvvisazione e nell’ esecuzione strumentale. Perché il Jazz è musica democratica in quanto rompe le gerarchie della musica classica, fondendo in un unico musicista il compositore, il direttore d’ orchestra e il primo solista