Didascalie Mostra Rammellzee Epilouge Futurism Pittura a spray e inchiostro su tavola 1985

Approda alla Fabbrica del Vapore, fino al 23 marzo 2025, Vision in motion – Graffiti and echoes of Futurism, una mostra ricca di 150 opere, tra cui 16 quadri di Futuristi e 23 opere di artisti Graffittisti

Le rivoluzioni si fanno anche a botte di colori, suoni, segni che diventano le forme interpretate al meglio di cerchi quadrati e triangoli. Linee fluide che sguazzano in prospettive dilatate e inusuali che danno vita ad altri spazi, insoliti, innovativi e appunto rivoluzionari. È questa la mostra che ci propone la Fabbrica del Vapore, in corso a Milano fino al 23 marzo 2025. Il progetto della mostra è arricchito di ben 150 opere di 39 artisti di cui 16 quadri Futuristi e 23 opere di artisti Graffitisti .

Kenny Scharf “Los Ninos y las Ninas”. Pittura a spray su tela, 2022

L’esposizione, a cura di Carlo McCormick, ci introduce al linguaggio dei due movimenti rivoluzionari più inediti del panorama artistico internazionale il Futurismo (1909, il primo Manifesto del suo artefice Filippo Tommaso Marinetti) e il Graffitismo nato agli albori degli anni 70 in America, a Philadelphia. Similitudini e differenze nelle opere in mostra, attraverso le quali, gli autori ci raccontano il loro modo di interpretare il mondo e le grandi metropoli uniti da un unico scopo: quello di azzerare in un colpo dinamico il passatismo stilistico e ideologico del modo di fare arte e di viverla. La mostra si divide in 6 sezioni espositive: dinamismo, colore, città, ribellione, eco, ed ephemeras (documentale), una sezione dedicata ai documenti relativi ai due movimenti artistici e ai loro protagonisti che chiude il percorso espositivo. La sfida per i curatori è stata quella di mettere a confronto culture separate da oltre sessant’anni di trasformazioni artistiche in due continenti diversi: Europa, il Futurismo e America, il Graffitismo. Tuttavia il percorso espositivo ci permette di riflettere sugli echi rivoluzionari e stilistici dei due movimenti che dal passato si proiettano verso il futuro  seppur dominati da ideologie politiche diverse ma con lo stesso slancio di chi vuole parlare ed esprimersi a tutti con una rappresentazione murale che diventa patrimonio del popolo.

Pillole di storia dell’arte murale

Giacomo Balla “Linee, forze di paesaggio”. Pittura su tela, 1913

L’origine della pittura murale affonda le sue radici nelle pitture rupestri preistoriche ritrovate nelle grotte di Lescaux in Francia e in quelle di Altamira in Spagna, usate dagli uomini per raccontare storie e visioni del mondo. Poi in Egitto e Pompei, per veicolare anche valori culturali e religiosi. Alla fine del XIX secolo si riscopre la pittura murale che diventa una vera e propria tendenza artistica per decorare spazi pubblici e privati come le Sale delle Esposizioni Universali, gli stabilimenti Termali, i Caffè concerto e i Grandi Hotel. L’artista viennese Gustav Klimt, fu autore di diverse opere murali, tra le quali alcune decorazioni nel Kunsthistorisches Museum. Diventa murales come strumento sociale durante la Rivoluzione Messicana. In Italia, la pittura murale del 900’ diventa strumento di propaganda politica per il regime fascista. Artisti come Fortunato Depero, Giacomo Balla si impegnano nella stesura del Manifesto “Ricostruzione dell’universo” nel 1915, nel quale il progetto di integrazione delle arti, mirava ad andare oltre il quadro per sceglier diversi modi di rappresentazione. Mario Sironi nel 1933 con Massimo Campigli, Carlo Carrà e Achille Funi formularono  Il Manifesto della pittura Murale. L’arte murale era diventata così importante per il regime da ideare due grandi mostre dedicate alla plastica murale, una a Genova nel 1934 e l’altra a Roma nel 1936. I due eventi sottolinearono non solo il valore estetico dell’opera ma anche quello ideologico tanto da stabilire una legge che garantisse che almeno il 2%  del costo totale di un edificio pubblico fosse destinato a decorazione artistica. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, questa idea venne messa in secondo piano data l’esigenza di ricostruire in fretta ciò che era stato devastato.

Da queste commistioni stilistiche come il colore, la velocità, il dinamismo, la parola in musica, lo slancio vitale nasce sessant’anni anni dopo il Graffitismo, noto come Writing, diventato fenomeno globale. Negli anni Sessanta-Settanta in America, gli artisti del Graffitismo come Keith Haring e Jean- Micheal Basquiat vogliono rappresentare la voce del popolo, la voglia di emancipazione e l’energia della metropoli. Dal graffitismo nasce il Tag, una forma di grafia legata esclusivamente al lettering e alla possibilità di ripetere il proprio nome in modi stilistici e coloristici diversi, come segno di identità e appartenenza. Segnalo in mostra, la presenza dell’opera inedita di John “Crash” Matos, Vision in motion, realizzata per l’esposizione a Milano e le opere di due artiste donne, la futurista Adriana Bisi Fabbri e la writer Lady Pink.  

Conclusioni

La mostra Vision in motion – Graffiti and echoes of Futurism si propone di rimandare allo spettatore scampoli di passato Futurista, non così lontano, che hanno arricchito da un punto di vista stilistico l’arte italiana proponendo soluzioni degne di significato, così come il graffitismo americano ha donato nuova energia all’arte popolare non solo confinata nei grandi musei, ma proposta per strada.

Mostra antologica Vision in motion- Graffiti and echoes of Futurismo

Dal 30 novembre 2024 al 23 marzo 2025

Orari

Dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19.30

Sabato, domenica e giorni festivi dalle 9.30 alle 20.30

Fabbrica del Vapore – cell. +39 351 3364334

Acquisto biglietto alla mostra o su sito www.ticketone.it

Sito web: https://navigaresrl.com

Di Marcella Baldassini

Grafico editoriale e giornalista professionista iscritta all’Ordine nel 1994. Ho curato la veste grafica per numerose riviste di arredamento (Domus, Gioia Casa, Spazio Casa) e settimanali femminili di attualità, gossip e benessere (Gente, Vitality). Da sempre appassionata d’arte, design, e psicologia. Ho lavorato, inoltre, con l’Editoriale Domus, Rusconi Editore - Hearst, Editoriale Jackson e in varie agenzie di pubblicità come visual. Ho collaborato anche con ultimaparola.net e stadio5.it

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