Sila, la neonata uccisa dal freddo a Gaza

La piccola Sila, tre settimane appena, dormiva tra i genitori avvolta in una coperta nella loro tenda esposta al vento gelido nei pressi di Khan Younis. Non è bastato. Il freddo l’ha uccisa

Non c’è gioia né lieto fine nel recente Natale di Khan Yunis. E come potrebbe esserci se quello è diventato un angoscioso luogo di dolore e morte? Si muore, si muore continuamente in ogni modo, a ogni età, si muore a pochi giorni dalla luce sopraggiunta con un destino terribilmente segnato. Il filo vitale di madri che partoriscono alla maniera antica, col solo affanno,  non riesce a prolungarsi che di poche ore o di qualche giorno. Questo raccontano gli afflitti genitori di Sila che hanno cercato di offrirle il tepore dei propri corpi sotto il cielo di questi giorni comunque ghiacciato anche nella Striscia di Gaza. I loro fiati alla maniera degli animali della grotta di Betlemme, visto il periodo e i luoghi in cui la piccina nasceva, richiamano l’antica storia della cristianità. Ma per Sila l’avvìo è stato più crudele di quello del bambinello di Maria di Nazareth. Le tende del campo di sfollati di Al Mawasi riparano meno di inesistenti grotte, mentre le case, dopo più d’un anno di bombe, sono ammassi di macerie. E si deve stare lì, in quei lager di concentramento e sterminio, voluti da chi odia ogni famiglia del posto, decidendo che quelle dune devono rappresentare l’unico rifugio per un domani da trascorrere sotto la nuda terra. Un padre, che non è Jousef ma Mahmoud, dopo non averla sentita più piangere, poiché il poco latte del seno materno neppure riusciva a nutrirla, se l’è trovata pallida,  intirizzita,  praticamente nuda sotto i poveri panni gelati. Ha accompagnato il corpicino informe nella penosa inumazione, bianco fagotto, fra le sue braccia senza versare una lacrima e con la tragedia nel cuore.  

articolo pubblicato su http://enricocampofreda.blogspot.it

Di Enrico Campofreda

Giornalista. Ha scritto per Paese Sera, Il Messaggero, Corriere della Sera, Il Giornale, La Gazzetta dello Sport, Il Corriere dello Sport, Il Manifesto, Terra. Attualmente scrive di politica mediorientale per il mensile Confronti, per alcuni quotidiani online e sul blog http://enricocampofreda.blogspot.it/ Publicazioni: • L’urlo e il sorriso, 2007 • Hépou moi, 2010 • Diario di una primavera incompiuta, 2012 • Afghanistan fuori dall’Afghanistan, 2013 • Leggeri e pungenti, 2017 • Bitume, 2020 • Corazón andino, 2020 • Il ragazzo dai sali d’argento, 2021 • Pane, olio, vino e sale, 2022

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *