Approda nelle librerie “Fixing Bansky “, opera in cui Cini racconta la sua attività di restauro delle opere del genio della street art di Bristol e dall’artista francese, indagando il potere dell’arte di fronte alla guerra e narrando la resistenza del popolo ucraino
Il 24 febbraio 2022 la Russia invade l’Ucraina. La cittadina di Borodyanka (12 mila abitanti) a 60 chilometri da Kiev, è uno dei centri più colpiti dai bombardamenti, quasi completamente distrutta e con oltre 200 morti in due mesi, sotto le macerie, nelle cantine e nei giardini, per le strade sporche di guerra, nell’avanzata dei russi verso la capitale ucraina. E lì, nel cuore della devastazione fra detriti ed edifici distrutti, dispersi e morti nelle fosse comuni, pochi mesi dopo la fine dell’assedio arrivano a Borodyanka, Banksy, lo street artist più famoso e misterioso al mondo, e il francese Christian Guémy, meglio conosciuto con lo pseudonimo di C215, per coprire i muri delle case distrutte con immagini che possono dare sollievo a chi le osserva, su un muro devastato, su quello che rimane di un ponte, di una scuola. Tra i palazzi distrutti Banksy raffigura una ginnasta in volteggio su un masso traballante al centro di un grande edificio totalmente sventrato dalle bombe di cui resta ormai visibile solo l’imponente scheletro e su un altro muro un bambino che mette al tappeto, con una mossa di karate, un adulto somigliante a Vladimir Putin, notoriamente appassionato di judo, evocando Davide contro Golia. A colpi di spray gialli e blu (i colori della bandiera ucraina), il francese C215, nel profondo dei muri spezzati, disegna ritratti di donne e uomini e bambini, che sembrano balzare dal muro con intensità realistica: il giovane eroe Dmytro Yakovets caduto lì, due anziani morti insieme sotto i bombardamenti, le sofferenze dei bambini, ma anche farfalle o uccelli che sembrano posarsi su dei carri armati, regalando una nota di poesia laddove tutto sembrava definitivamente schiacciato dall’assurda logica mortifera delle armi.
“In mezzo a questo scenario desolante, questi murales sono un simbolo, forse come lo è stata Guernica di Pablo Picasso nella Guerra civile spagnola, del coraggio di una comunità e creazioni di questi artisti, recuperate e restaurate con cura, hanno rappresentato un messaggio di resistenza, di speranza. L’arte come arma di pace”, dichiara Alessandro Cini, restauratore d’arte, fondatore dell’azienda italiana Rea (Restauro e Arte) che nel libro Fixing Banksy (pubblicato dalla casa editrice Fve) racconta il suo viaggio insieme alle collaboratrici Paola Ciaccia e Maria Colonna, in un’Ucraina ancora nel pieno della guerra per mettere in sicurezza le opere di Banksy, e del francese C215. Nato a Rho nel 1978, pavese di adozione, dopo aver preso il diploma in Conservazione e restauro di opere d’arte all’Universitè Europenne Jean Monet di Bruxelles, Alessandro Cini nel 2007 ha aperto a Pavia una piccola azienda artigianale per la conservazione e il restauro di opere di Rea (Restauro e arte), che da quasi vent’anni opera nel campo della manutenzione, della conservazione e del restauro dei beni artistico-architettonici. “Gli abitanti di Borodyanka, vedono nei murales di Banksy non solo un soffio di bellezza, ma la forza della rigenerazione. Quei muri, che prima erano solo testimonianze di rovina e devastazione, dell’orrore della guerra, ora parlano di resistenza e di rinascita. Tutta la comunità ha collaborato per metterle in salvo, e adeso sperano che un giorno si possa creare un museo che non riporti sono pezzi di carri armati o proiettili ma anche queste opere, testimonianza di quel che è successo”.
Tutto è iniziato con il restauro della Casa della Cultura di Irpin, altra città ucraina bombardata. “Nella primavera 2023 la mia azienda ha partecipato a Varsavia a un forum internazionale sulla ricostruzione in Ucraina ed è venuta fuori l’occasione di lavorare con la comunità di Borodyanka”. Da luglio 2023, sono iniziato i primi interventi: le opere di Banksy, realizzate all’esterno dei palazzi, sono state consolidate e messe in sicurezza lasciandole dove si trovavano. “Per la Ginnasta e il Davide e Golia abbiamo fatto interventi come il consolidamento della pellicola pittorica e la pulitura con spugne termiche. Sono state restaurate nella speranza che possano rimanere sul posto”. Diverso è il discorso per le opere opere di C215, che si trovano sulle pareti interne di edifici pericolanti che dovevano essere demoliti. “Siamo dovuti intervenire subito. Dovevano essere rimose perché i palazzi dovevano essere abbattuti e ricostruiti grazie ai fondi messi a disposizione in gran parte dagli Usa”. Sono state ricollocate nella Casa della Cultura di Borodyanka, dove ora si vorrebbero collocare tutte le opere a rischio, per farne un polo museale. Per questo è partita la ricerca di sponsor e sostenitori. Rea ha finora svolto tutti i lavori di messa in sicurezza delle opere a sue spese. “Adesso, insieme alla Camera di commercio italiana per l’Ucraina, cerchiamo di raccogliere i fondi necessari per aprire un museo che possa contenere le opere di C215 e, nella parte esterna, quelle di Banksy. All’esterno perché sono in cemento armato, non potremmo collocarne al chiuso”. Una raccolta fondi dal titolo “Art against bombs”, un crowd-funding per garantire un futuro a questo prezioso patrimonio artistico e culturale. Testimonianza della voglia di ricominciare di una comunità. L’ arte sopravvive fra le macerie. Insieme alla speranza là dove la guerra ha seminato distruzione e morte.