Quando l’inchiesta è immagine

Monteleone vince il premio fotografico Photo grand per l’edizione 2024 con “Critical Minerals- Geografhy of energy” e sarà protagonista di una mostra al Mudec Photo di Milano dal 9 novembre al 15 dicembre 2024

Quest’anno alla seconda edizione, Photo Grand della Fondazione Deloitte, che nasce dall’impegno di supportare la fotografia e il suo linguaggio come modo di interpretare e stimolare riflessioni sui grandi temi dell’attualità, ha premiato Davide Monteleone, (1974) artista visivo, ricercatore e fotogiornalista, per il suo lavoro sul tema “Possibilities”. Il tema esplorato da Monteleone è quello della transizione energetica e di tutto ciò che comporta in relazione ai cambiamenti non solo energetici ma anche comportamentali per tutte le specie, non solo umana, ma anche animale e vegetale. Tutto il pianeta è in gran fermento ogni qualvolta l’uomo cerchi oltre misura delle sue possibilità, ponendo domande e riflessioni su come coniugare la transizione energetica senza fare danni all’ambiente.

“La fotografia, come ogni altra forma di narrazione documentaria, ha il compito di riconoscere ed evidenziare le zone d’ombra ed eventuali problematiche prima ancora di proporre soluzioni. Solo la consapevolezza e la collaborazione possono permetterci di non commettere gli errori del passato e raccogliere le possibilità che il progresso e il futuro ci offrono”. Così ci spiega Davide Monteleone che nella sua ricerca fotografica dal titolo ”Critical Mineral-Geografy of Energy” documenta attraverso le immagini specifiche zone del globo terrestre preposte allo sfruttamento di minerali importanti come il cobalto in Congo, utilizzato per le batterie elettriche. Nella sola Repubblica Democratica del Congo, se ne estrae circa il 70% di tutto il mondo. In Cile nella famosa zona di Chuquicamata, esiste la miniera di rame a cielo aperto più grande del mondo. Il litio, nel deserto di Atacama sempre in Cile, che possiede una delle più grandi riserve di litio al mondo. Qui esistono miniere che forniscono già un terzo del fabbisogno mondiale di questo minerale, utile all’industria dell’auto elettrica per produrre batterie ricaricabili.

Ogni innovazione tecnologica ha il suo rovescio della medaglia, porta anche con sé sfruttamento del territorio e manodopera a basso costo. Infatti il boom della tecnologia a basso costo per estrarre il litio, rischia di distruggere il delicato ecosistema del deserto. Sonya Ramos e molti altri attivisti hanno percorso a piedi 350 km nel deserto di Atacama fino alla citta di Antofagasta per far sentire le loro voci che in parte sono state raccolte dal governo cileno. Perché innovare non vuol dire distruggere.