Federico Chiesa prova a portare via la palla ad Hakan Çalhanoğlu Credits Massimo Paolone/LaPresse

Tra Italia e Turchia niente gol e spettacolo. Azzurri in forte ritardo, sia nella costruzione del gioco e nel possesso palla. Troppo lento per poter incidere sugli avversari

Niente da fare. Nulla di nuovo, forse. Un’Italia impacciata, in forte ritardo di condizione non è riuscita a scardinare la Turchia che è sembrata più organizzata. La Nazionale di Luciano Spalletti è quella annunciata. Guglielmo Vicario tra i pali, con Giovanni Di Lorenzo e Federico Dimarco esterni, Gianluca ManciniAlessandro Bastoni coppia centrale; Jorginho e Bryan Cristante i due centrocampisti davanti alla difesa, con Lorenzo Pellegrini rifinitore alle spalle di Mateo Retegui, Riccardo Orsolini e Federico Chiesa guastatori esterni. Vincenzo Montella sceglie tutti e tre gli “italiani” in rosa e uno per reparto: Zeki Çelik laterale destro della difesa a quattro (sull’altra corsia c’è Mert Muldür, fino all’anno scorso al Sassuolo), come play Hakan Çalhanoğlu coadiuvato da Kaan Ayhan, altro ex neroverde, mentre Kenan Yildiz è la lampadina di sinistra del trio offensivo che aiuta Barış Alper Yılmaz.

Primo tempo da pianto. Prima dell’unica occasione vera per gli azzurri solo poche cose. Una punizione alta sopra l’incrocio destro di Pellegrini (fallo di Muldur su Orsolini), un tiro palla strisciante da sinistra di Dimarco, con Retegui troppo molle, una fuga a destra di Cristante con cross su cui il centravanti nato a San Fernando non arriva di testa e Chiesa corregge di sinistro, spedendo il pallone sulla luna. Poco o zero anche dall’altra parte. Vicario, quasi più preoccupato da un passaggio indietro avventato di Mancini: un tiro fuori di una punizione alta sopra l’incrocio destro di Pellegrini (fallo di Muldur su Orsolini), un radente da sinistra di Dimarco solo sfiorato da Retegui, una fuga a destra di Cristante con cross su cui il centravanti del Genoa non arriva di testa e Chiesa corregge di sinistro, ma altissimo. Anche la Turchia impensierisce poco Vicario, quasi più preoccupato da un passaggio indietro avventato di Mancini: un tiro fuori di Çalhanoğlu e un suo corner girato di testa da Yilmaz, ma sopra la traversa. A tempo scaduto, infine, l’occasionissima azzurra su calcio piazzato: angolo di Pellegrini, che Cristante di testa manda la palla a stamparsi sul palo.

Ripresa con molti cambi programmati e qualche cosa in più. Piccoli segnali, anche se impercettibili. Giro-palla un po’ più ritmato e qualche buona trama. Altay Bayindir subisce solo occasioni potenziali, ma la concretezza è sconosciuta. Cross da destra di Andrea Cambiaso, Pellegrini manca il colpo di testa, Mattia Zaccagni, però, si ritrova il pallone troppo addosso in posizione molto favorevole; su invito da sinistra di Dimarco, Retegui non trova la coordinazione su girata, poi lo stesso prova una sforbiciata volante, ma la mira è da migliorare. Vicari si guadagna la pagnotta poco dopo su una girata dell’ex Juventus Merih Demiral sulla quale il portiere del Tottenham si dimostra reattivo. Si deve aspettare ancora la zona Cesarini per vedere l’Italia che fa gridare al gol. Cross da sinistra di Cambiaso, uno dei più volitivi, che trova il tiro di Giacomo Raspadori, il quale trova Bayindir alla presa a terra.

Di Beppe Vigani

Giornalista professionista iscritto all'Ordine dal 1993. Corrispondente, in passato, del Corriere dello Sport e delle Agenzie radiofoniche AGR e CNR, redattore a La Notte, Infront, radio MilanInter e radio Number One, oltre ad altre innumerevoli collaborazioni. Opinionista, attualmente, di Telelombardia e Top Calcio 24-7Gold

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