Chiara Crivello durante lo spettacolo

Al Teatro Parenti il 23 maggio è andato in scena un concerto intimo e speciale, con protagonista l’inconfondibile voce della cantante Civello. Un attraversamento tra musica, poesia e le immagini di “This Is How A Child Becomes A Poet” della Sciamma, il cortometraggio dedicato alla Cavalli che ha aperto la serata

“Sempre così, solo così, vanno gli amori. Prima solo gioie e poi solo dolori. Sempre così, solo così, vanno gli amori. Prima risorgi e poi di colpo muori. Con le notti e con i giorni che mi cadono sul viso. Io li conto, si accavallano e perdo il loro peso. Chi sono io adesso?”.

La sala grande del Teatro Franco Parenti di Milano è piena ,sul palcoscenico il pianoforte, la chitarra, i tamburi, e una voce piena di fascino, potente, emozionante, morbidamente latina. Chiara Civello-talentuosissima cantante, interprete, autrice, .cantautrice polistrumentista romana la cui vita artistica si divide tra Italia, Stati Uniti  (Tony Bennett la definirà “la miglior cantante jazz della sua generazione” e Rio de Janeiro – ha concluso a Milano la tranche del tour Sempre così, un ricordo e omaggio all’amica poeta (come preferiva, perché «poetessa è così ridicolo»), Patrizia Cavalli,  scomparsa nel giugno 2022, “per tenerla viva dentro di me, per promuovere la sua poesia”.

Un live di musica, canzoni e poesia e cinema, scavando tra la nostalgia, la commozione e la gratitudine, “sulle stanze dell’amore  e dell’amicizia, sul vuoto di una perdita, sulla necessaria sopravvivenza”. “Sempre Così – dice la cantante – è una canzone lasciata incompiuta da Patrizia Cavalli. Lei aveva in mente tutte le note di una melodia. Voleva diventassero una canzone che fa piangere e, una volta finita, voleva che la cantassi io, perché diceva che sono brava con le canzoni che fanno piangere”.

Ad aprire la serata è stata  la proiezione  di This Is How A Child Becomes A Poet  This Is How A Child Becomes A Poet , il  cortometraggio (appena 16 minuti) che alla Cavalli ha dedicato Céline Sciamma , presente in sala. “Per una serie di coincidenze, ho incontrato Céline Sciamma, anche lei amica di Patrizia, al Festival del Cinema di Venezia, e mentre la ricordavamo, mi è venuta l’idea di proporle di venire a filmare la sua casa romana , che stava per essere venduta ancora piena di oggetti prima che la svuotassero completamente”.  

La macchina da presa della celebre regista (Ritratto della giovane in fiamme , Petite Mama) si muove fra le stanze della casa della  poeta per un’ultima volta, ancora satura della sua presenza, si adagia quasi accarezzandoli, sui mobili e gli oggetti che sono rimasti, come in attesa, raggelati. Nel corto scorto no anche frame dal film Picnic, e le movenze e  il  battito di mani di una giovane incantevole Kim Novak nella  scena trascinante del ballo con William Holden (non succede nulla eppure succede tutto) ne scandisce i  tempi. La prima poesia  Patrizia Cavalli l aveva scritto a 5 anni, el a dedica a Kim Novak, dopo aver visto Picnic. “Chi sei tu dunque / Kim, Kim, Kim Novak? / Sei forse l’angelo che appar di tratto?”.

Il concerto e il nuovo tour Sempre Così prendono vita e titolo dall’omonimo brano pubblicato a ottobre scorso, composto e scritto dall’artista insieme alla poetessa Patrizia Cavalli. “E’ una canzone lasciata incompiuta da Patrizia, Era molto musicale, voleva fare una canzone che facesse piangere  e voleva che lo cantassi io, perché diceva che ero brava con le canzoni che fanno piangere. Durante le riprese nella casa ancora piena, avevo raccontato a Céline della canzone rimasta incompiuta, accennandogliela al pianoforte. Rimasi stupefatta  dal fatto che avesse incluso, a mia insaputa, una ripresa di un momento in cui al piano accennavo  la canzone. Allora, ho trovato il coraggio per finire la canzone, con le parole di alcune poesie di Pat e qualche mia piccola aggiunta, giusto per far quadrare la metrica. Oggi quando ascolto “Sempre Così” finita mi chiedo se e in quale parte avrebbe pianto o se fa piangere abbastanza per lei”, ha raccontato. La Costellazione Poetica disegnata dall’artista in questo nuovo spettacolo  sono i poeti, le stelle che Civello ama. Ci sono poesie di Saffo ed Emily Dickinson, le voci del poeta Sandro Penna e della Cavalli e le ha fate diventare melodie.  Ci sono originali rielaborazioni, due su tutte quella di Questo mio folle amore lo soffia il cielo (nata dall’incontro tra Pier Paolo Pasolini e Domenico Modugno) Fortissimo, di Lina Wertmuller e Bruno Canfora. Le canzoni di , Jimmy Fontana e Sergio Endrigo. Perdiamoci scritto dalla Civello insieme allo scrittore, premio Strega Emanuele Trevi.

Nove canzoni d’amore e una canzone d’odio.  Davvero geniale. Io ti odio. Tre parole scandite e ripetute ossessivamente.. Un ritmo martellante,  ipnotico con la ritmica  del tamburello e percussioni a dove il battito del cuore si fonde ad un ritmo tribale profondo custodito nella nostra anima. “Perché chi ama sa anche odiare chi fa soffrire”. Come non si bacia due volte allo stesso modo, così si può dire Io ti odio, in mille modi diversi.  Pacato, gridato, sospirato, potente e deciso. In un crescendo di intensità. “Vi darà una gioia liberatoria”, dice l’artista rivolgendosi al pubblico. Terminato lo spettacolo, più volte richiamata dal pubblico, l’artista ha concesso, da brivido, un’interpretazione di Io Che Amo Solo Te… e non ti perderò, non ti lascerò di Sergio Endrigo. Grazie Chiara Civello di averci regalato queste emozioni. Quando l’assenza diventa presenza che illumina la vita.

Di Cristina Tirinzoni

Giornalista professionista di lungo corso, ha cominciato a scrivere per testate femminili (Donna Moderna, Club 3, Effe, Donna in salute). E’ stata poi per lungo tempo redattore del mensile Vitality e del mensile Psychologies magazine e Cosmopolitan, occupandosi di attualità, cultura, psicologia. Ha pubblicato le raccolte di poesie Come un taglio nel paesaggio (Genesi editore, 2014) e Sia pure il tempo di un istante (Neos edizioni, 2010).

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