Bianconeri e rossoneri pareggiano rispettivamente contro Roma e Genoa. I primi si avvicinano sempre di più in Champions, mentre gli uomini di Pioli non riescono ancora a vincere a San Siro

Iniziamo con il match dell’Olimpico. Viene sicuramente più voglia di raccontare il calcio, anche perché la partita è sembrata più viva e combattuta. Sugli scudi sicuramente Federico Chiesa. Che entusiasmo, che forza, che entusiasmo. Ha lasciato tutti a bocca aperta. Finalmente! Suo l’assist del pareggio, il palo interno che fa gridare al gol, il tiro sulla bellissima parata di Mile Svilar. Poi tante altre cose. Per l’ennesima volta non ha fatto impazzire Dušan Vlahović; l’errore sullo 0-0 è incredibile. Fa la somma con tanti altri che hanno fatto precipitare la Juventus a oltre venti punti dall’Inter. Sedici gol sono tanti per un attaccante, ma troppo pochi per chi dall’anno prossimo guadagnerà dodici milioni di euro. In questa sfida nella sfida, Chiesa è stato sicuramente il grande vincitore.

Per la cronaca, dopo il gol di Romelu Lukaku (alla 300ª rete in carriera ), su uno sconcertante errore di Federico Gatti, i bianconeri raggiungono il pari con un perentorio colpo di testa di Gleison Bremer , bravo a raccogliere un cross al bacio di Chiesa. Partita che è vissuta a sprazzi, con colpi di scena, parate dei due portieri, con supremazia territoriale giallorossa, che gli ospiti sopperivano con improvvise ripartenze. Alla fine Tammy Abraham graziava Wojciech Szczęsny, bravo a chiudergli lo specchio della porta in uscita. Alla fine un pari che va bene alla Juventus e poco alla Roma che si giocherà il posto tra le cinque nelle ultime tre partite della stagione di questo campionato.

A San Siro, invece, era di scena un’altra partita. Il Milan dopo essere andato sotto per ben due volte con un rigore di Mateo Retegui, per un fallo folle di Filkoy Tomori su Alessandro Vogliacco, e Caleb Ekuban, zompando come un canguro sulla testa di Matteo Gabbia, riprendeva la partita con Alessandro Florenzi e lo stesso Gabbia (stacco da vero centravanti il suo). A una manciata di minuti dalla fine, Olivier Giroud ribaltava il risultato per i rossoneri, ma proprio a tempo regolamentare scaduto, il pasticcio di Malick Thiaw sigillava il risultato sul 3-3. In mezzo tanti svarioni, amnesie, scorribande da una parte all’altra. Applausi alla compagine di Alberto Gilardino, capace di giocare alla pari contro quella di Stefano Pioli, arrivato ormai ai titoli di coda della sua avventura sulla panchina rossonera.

Il pomeriggio grigio rossonero riservava, per l’ennesima volta, una prova incolore di Rafael Leão. Sul 2-1 il portoghese era sostituito, accompagnato dai fischi dei tifosi, spazientiti dalla sua indolenza., E’ apparso ancora impacciato, fuori dal gioco, con poca voglia di entrarci. Sta nascendo un caso? Che fa il caso con quello del nuovo allenatori. La linea della curva, al momento, ha vinto, Julen Lopetegui non sarà il nuovo tecnico del Milan. Tutti vogliono Antonio Conte. L’estate sarà lunga.

Di Beppe Vigani

Giornalista professionista iscritto all'Ordine dal 1993. Corrispondente, in passato, del Corriere dello Sport e delle Agenzie radiofoniche AGR e CNR, redattore a La Notte, Infront, radio MilanInter e radio Number One, oltre ad altre innumerevoli collaborazioni. Opinionista, attualmente, di Telelombardia e Top Calcio 24-7Gold

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