Alla fine il Giudice Sportivo opta per un’assoluzione de difensore dell’Inter per mancanza “di supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale”.
Francesco Acerbi innocente! Alla fine, una tempesta in un bicchier d’acqua. Apparentemente. Juan Jesus torna con le pive nel sacco, ma qualcosa ci sfugge. La frase discriminata e discriminante “Vai via nero, sei solo un negro”, pareva a tutti che il difensore interista l’avesse pronunciata, invece, ciò non è bastato. Sembra vitale ciò che l’arbitro abbia scritto nel referto: “al 13′ del secondo tempo… a seguito di un confronto e chiarimento tra i giocatori… si consentiva la ripresa del gioco, senza che Juan Jesus avesse espresso alcun dissenso al riguardo”. In sostanza la pesantezza delle parole hanno avuto un tono e un senso discriminatorio “percepito dal solo calciatore ‘offeso’ (Juan Jesus), senza dunque il supporto di alcun riscontro probatorio esterno, che sia audio, video e finanche testimoniale”.
In soldoni, Acerbi ha detto qualcosa a Juan Jesus. Che forse ha sentito male, equivocato o esagerato. Sicuramente ha sentito solo il difensore del Napoli, perché mancano le testimonianze sia dei giocatori in campo sia nelle tracce audio del microfono dell’arbitro, registrato in sala Var. E proprio nell’audio del direttore di gara si sente invece il brasiliano del Napoli che acconsente alla ripresa del gioco. Per il Giudice Sportivo, Gerardo Mastrandrea, è stato proprio Juan Jesus a non esercitare il diritto di interrompere la partita.
Ora per qualcuno Juan Jesus è diventato lo zimbello del sistema, un cialtrone senza fine, uno squilibrato che si è inventato tutto. Siamo dell’opinione che il giocatore di Francesco Calzona sia la vera vittima di tutta questa faccenda. Il Giudice Sportivo, infatti, approfondisce l’assoluzione di Acerbi spiegando che “il contenuto gravemente discriminatorio è confinato alle parole del soggetto offeso, senza alcun ulteriore supporto probatorio e indiziario esterno, diretto e indiretto, anche di tipo testimoniale”. Juan Jesus, quindi, non è un bugiardo, ma ha sentito solo lui. Non ci testimoni, né supporti audio o video.
Questa sentenza è obiettivamente storica: l’assoluzione di Acerbi crea un precedente enorme. Da oggi in poi, chiunque denuncerà una qualsiasi offesa dovrà premurarsi di averne le prove, possibilmente anche quelle audio e video. Ma così la giustizia sportiva si trasferisce nella logica giuridica della giustizia ordinaria. Ecco perché Acerbi assolto fa storia. Ma sua assoluzione non è una condanna per Juan Jesus, bensì per una .giustizia che, ancora una volta, se n’è lavata le mani. O no.