Il Mudec ospita l’esposizione del pittore spagnolo dedicata all’arte del continente nero
“Mi si prende di solito per un ricercatore. Io non cerco, io trovo”
Pablo Picasso, dalla rivista “Formes”, Parigi 2 maggio 1930
Nel 50° anniversario della sua scomparsa, Milano dedica a Pablo Picasso molti appuntamenti tra cui l’esposizione del Mudec ”Picasso, la metamorfosi della figura”. La mostra mette in relazione in modo inedito, la relazione che Picasso nell’anno in cui arriva a Parigi, 1906, ha con l’arte africana. Appena arrivato nella Ville Lumière, visita il museo del Trocadero di cui rimane sorpreso e allo stesso tempo affascinato. E’ lì che ha trovato l’arte del Continente Nero.
La visita inaspettata
Della visita al museo Trocadero parlerà nel 1940 per descrivere cosa avesse significato per lui e così descrive l’evento: “Quando ho scoperto l’arte nera, quarant’anni fa, e ho dipinto le opere che chiamano appunto del periodo della mia “arte nera”, era per oppormi a quello che chiamavano “bellezza “ nei musei. In quel momento , per la maggior parte delle persone ,una maschera nera era solo un oggetto etnografico“.
Picasso coglie nelle maschere una forma di magia, qualcosa che l’artista africano interpone tra l’universo e noi umani, un modo di catturare il potere imponendo una forma alle nostre paure. “E allora ho capito, il significato stesso della pittura, non è un processo estetico ma una forma di magia. Il giorno in cui ho capito questo, ho trovato la mia strada”. In quel momento dichiarerà “ comprendo il senso profondo della pittura e comprendo perché sono un pittore”.
Rivelazioni stilistiche
L’arte tribale e primitiva, gli rivela il profondo senso della sintesi grafica e pittorica che i pittori moderni andavano cercando. Primo fra essi, Paul Cézanne, grande amico di Picasso e precursore delle forme cubiste. Picasso andrà oltre perché saprà cogliere dell’arte africana, la magia e l’esoterismo che soggiacciono sotto le maschere e le forme del corpo. Le stesse che rivelano non solo la purezza del segno ma l’espressione autentica dei corpi e dei volti.
Picasso, genio pittorico ma non solo. Personalità poliedrica, accumulatore seriale di stili, contenuti e culture diverse. Per questo non si dedicherà solo alla pittura ma anche alla scultura e alla ceramica. Sperimentatore instancabile di tecniche pittoriche dall’estetica più classica del suo periodo più giovanile a quelle moderne e infine cubiste. La madre era genovese ed è da lei che prende il cognome Picasso. Lo preferisce a quello del padre Ruiz, si dice per il suono delle due esse più forte e deciso. Vero uomo mediterraneo, amava la luce e il paesaggio della Provenza. Il suo storico mercante svizzero Ernst Beyler racconta che Picasso “era amante delle donne e dell’amore che ritrae sempre in modi e forme diverse. Il suo maggiore impegno era l’amore e il comunismo. Mai egoista, amava il denaro ma era molto generoso. La sua passione era la pittura a tinte forti, il segno graffiante e la materia. I suoi quadri anche se bidimensionali ci riportano alla visione tridimensionale delle forme”
Cosa vedremo in mostra
Motivo dell’intero percorso espositivo sono i numerosi quaderni che Picasso considera come strumento primario per le sue riflessioni e annotazioni grafiche.
L’esposizione curata da Malèn Gual, conservatrice del Museo Picasso di Barcellona insieme a Ricardo Ostalé, offrono al pubblico milanese oltre quaranta opere del maestro spagnolo, tra dipinti e sculture, insieme a 26 disegni e studi preparatori. Almeno duecento sono i quaderni documentati dell’artista, di cui almeno quindici, sono riservati allo studio di uno dei quadri più importanti, chiave di svolta e passaggio allo stile cubista “Le Demoiselle d’Avignon” di cui in mostra possiamo vedere l’opera in video e il quaderno n.7 in originale cartaceo. Il quaderno, proveniente dalla Fondazione Pablo Ruiz Picasso, riassume in dettaglio la riflessione e lo studio dell’opera.
Oltre all’opera Demoiselle D’Avignon, possiamo vedere il dipinto “Femme Nue”, donato dal museo del 900’ di Milano. Le due opere, assieme alle meravigliose sculture e maschere provenienti dall’Africa e dall’Oceania donate da numerosi musei spagnoli e collezionisti privati, sono il fulcro dell’intera esposizione.
Picasso e gli altri contemporanei
Nella parte finale della mostra vengono messe in evidenza alcune opere di giovani artisti africani contemporanei che riconoscono in Picasso la grandezza dell’opera e la sua riflessione estetica.
Gli artisti, il beninese Romuald Hazoumé, il mozambichiano Gonçalo Mabunda e il congolese Cheri Samba, concludono l’esposizione con le loro sculture-maschere rielaborate in chiave espressiva contemporanea.
PICASSO La Metamorfosi della Figura | Fino al 30 giugno 2024 |
MUDEC | Via Tortona 56, tel.02/54917 |
Orari | Lunedì 14.30-19.30 Martedì, Mercoledì, Venerdì, Domenica dalle 9.30 – 19.30 Giovedì-Sabato 9.30 – 22.30 |
Biglietti | Intero 16 euro, ridotto 14 euro |