"Movimento di danza". A fianco "Apsara"

Esposizione dei capolavori di Rodin al Mudec di Milano. Lo scultore francese racconta attraverso le suo opere la storia della danza dei due mondi

Quando ho visto le sue danzatrici ritratte nella terracotta dentro una lunghissima teca di vetro, ho capito come Auguste Rodin potesse tradurre velocemente un pensiero visivo in materia scultorea o segno. Ho sentito, più che compreso, perché questo artista venga definito scultore “impressionista”, almeno nell’ultima, parte della sua vita. Ha vissuto il periodo della cultura impressionista in pittura, amico degli impressionisti e affascinato dalla realtà in movimento. La grande trasformazione di tutta l’arte di questo periodo è, infatti, il passaggio dallo studio in atelier a quello in plein air, che è stato cavallo di battaglia di tutta la generazione impressionista. Rodin disegnava molto dal vivo e in questa mostra i ritratti di ballerine sono il risultato di uno studio accurato del movimento. Al Mudec di Milano, la mostra è rappresentata al meglio per introdurre il visitatore in un’aura magica, le luci sono soffuse e un grande schermo ripropone le danzatrici occidentali che lo stesso artista conobbe come, Isadora Duncan, Loie Fuller e quelle orientali del balletto reale cambogiano e giapponese, la famosa Hanako.

Il percorso espositivo si snoda in tre sezioni, la prima “Mouvement de dance”, Rodin e la danza del suo tempo. Una breve storia della danza, attraverso alcuni video che rappresentano note ballerine occidentali nell’intento di portare nel mondo una nuova visione di come rappresentare il movimento corporeo. Poi la scoperta delle danze orientali e in particolare di quella cambogiana, rappresentata per la prima volta a Parigi nel 900’ dal Balletto reale della Cambogia di cui Rodin rimane estasiato.

E’ in questa prima sezione che le 15 piccole statuette in terracotta poste nella teca in vetro, rappresentano un passo di danza che pone nuove basi di movimento, non più solo quelle del balletto classico, come noi lo conosciamo ma contaminato da altri modelli di danza dalle culture extraeuropee ed extra occidentali. Questo approccio ci introduce alla seconda parte della mostra “Influenze dell’Estremo Oriente.

“Movimento di danza”. A fianco “Apsara”

Nel luglio del1906, Auguste Rodin, artista già affermato per le sue opere scultoree, rimane affascinato dal Balletto reale della Cambogia. Il programma si basa sulla danza dei Ventagli e quella delle Farfalle, danze del repertorio popolare, di cui la narrazione è riferita al poema epico Ramayama in versione culturale Khmer.

Le ho contemplate in estasi”, riferisce l’artista in un’intervista. Seguirà il corpo di ballo che da Parigi si sposterà a Marsiglia per poter finire e ridefinire i suoi disegni. “Volevo fissare le mie impressioni”, e realizza per questo, ben 150 disegni che diventeranno insieme alle sculture le sue opere più famose.

L’artista coglie l’essenza di quei movimenti che appartengono alla cultura orientale: le gambe perennemente flesse che costituiscono, come in tutte le arti orientali compresa quella marziale, la risorsa del movimento ondulatorio che dai piedi passa alle gambe e da queste al bacino, fino alle punte delle dita. Rodin ricorda anche in un suo scritto, lo straordinario movimento delle mani che arriva fino alle dita per fletterle in un modo a noi sconosciuto dato dal continuo allenamento fin dalla giovane età delle ballerine.

Purtroppo la danza e il patrimonio coreografico della cultura khmer ha una battuta d’arresto negli anni 70 per le lotte intestine prodotte da Pol Pot, i famosi Khmer rossi che perpetrarono in Cambogia un vero e proprio genocidio di massa. Ma la danza e la sua tradizione millenaria rinasceranno grazie alla principessa e anche ballerina, Norodom Buppha Davi, esiliata e soppravissuta alla tragedia della guerra. Sarà investita del ruolo di Primo Ministro e nel 2003 riuscirà ad iscrivere il Balletto reale Cambogiano nel patrimonio Culturale internazionale dell’Unesco.

La terza sezione della mostra: “Rodin e la danza del nostro tempo”, analizza le suggestioni scultoree che Rodin potè trasferire nella creazione delle coreografie contemporanee. In conclusione con le prime due sezioni, possiamo infatti esplorare attraverso un confronto visivo, i legami formali tra i suoi capolavori e le sei coreografie progettate tra il 1990 e il 2021.

Quello che ci rimane della mostra è aver percepito la capacità di Rodin di rimandarci, attraverso la sua opera, la possibilità di cogliere l’altro e la sua cultura, che non possiamo conoscere solo attraverso i libri ma con il nostro cuore e il nostro vissuto.

INFO
Rodin e la danzaDal 25 ottobre 2023 al 10 marzo 2024
Mudec Via Tortona 56, tel.02.54917
Orari Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì/mer/ven/dom  9.30 – 19.30
Giovedì/sab 9.30 – 22.30
Biglietti Intero 16 euro
Ridotto 14 euro

Di Marcella Baldassini

Grafico editoriale e giornalista professionista iscritta all’Ordine nel 1994. Ho curato la veste grafica per numerose riviste di arredamento (Domus, Gioia Casa, Spazio Casa) e settimanali femminili di attualità, gossip e benessere (Gente, Vitality). Da sempre appassionata d’arte, design, e psicologia. Ho lavorato, inoltre, con l’Editoriale Domus, Rusconi Editore - Hearst, Editoriale Jackson e in varie agenzie di pubblicità come visual. Ho collaborato anche con ultimaparola.net e stadio5.it

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